17. Caffè Sospeso: il poeta sei tu che scrivi

Pubblicato su Sdiario i l 14 luglio 2014

 Il poeta sei tu che scrivi…

(dedicato a Ivan Tresoldi)

Di un sorriso puoi cogliere la poesia, oppure contare i denti mancanti, in ogni caso avrai fatto una scelta, avrai guardato o avrai vissuto, avrai avuto paura o avrai amato.

Bentornati Sviaggiatori, finalmente posso parlarvi anche da viaggiatrice reale, così seduta in questa stazione, bevendo l’ultimo caffè della serata. No vi prego, non chiedetemi di bere un dec, sono certa che sognerò ugualmente le onde del mare e le note della poesia.

Sapete, ci sono città complicate da capire, che non si sdraiano ai vostri piedi mostrando ogni bellezza. Così è Milano, lo dico da sempre e così è Genova, l’ho scoperto oggi. Da Piazza Principe al porto vecchio sono dieci minuti a piedi che vi consiglio di percorrere con lentezza.

Genova è una città anarchica, dove ognuno fa quello che può, sperando di poter fare quello che vuole. E’ come se si approdasse alla terra ferma pensando che da lì la strada potrà essere solo in discesa, ma le montagne infrangono subito le speranze. Passare al di là del confine non sarà facile, puoi provarci da subito, ma rischi di restare cementato lì, come le case che si inerpicano piano su piano, poggiandosi sulla schiena di chi ha costruito prima e spingendo sulle punte, un piano più sù.

Zena è una città struggente che porta con sé le promesse infrante e le speranze naufragate nella realtà. Lo sanno i navigatori di ogni etnia che hanno lasciato porti carichi di miseria e lo sanno i poeti che hanno assaltato il quartiere etnico, riportando dignità e spessore a storie di vite che vorremmo lasciare strisciare, il più silenziosamente possibile, nei caruggi.

I milanesi probabilmente conosco già Ivan il poeta che da anni fa parlare i muri della nostra città, ma avrei pagato per vedere i volti dei genovesi davanti alla poesia scritta sulle loro saracinesche, sui loro pilastri e muri. Assalto, poesia di strada, un assetto da guerra per conquistare la pace con quartieri difficili ma, soprattutto, con occhi stanchi, inermi e spaventati davanti all’anima esposta di un muro e di vite diroccate. Di un sorriso puoi cogliere la poesia, oppure contare i denti mancanti, in ogni caso avrai fatto una scelta, avrai guardato o avrai vissuto, avrai avuto paura o avrai amato. In fondo Ivan lo dice da anni…

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Qui in centrale c’è un bistrot che vi consiglio di visitare, la parola d’ordine è “Sviaggiatori”, il caffè è sospeso per voi.

 

 

Informazioni su Laura
Laura persona, giornalista, speaker e blogger... utopicamente poeta
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