Cronache di una città annunciata

Continuano le cronache metropolitane della nostra Elisabetta Filippelli. Tema di questo post è il compromesso malinconico, comune a molti, che porta a scegliere di vivere in una città lontana sperando in una condizione lavorativa possibile. Lontani, non solo in termini chilometrici, da ciò che appartiene alla parte intima di ognuno di noi.

Utopia è poter tornare nella mia città

senza perdere la dignità.

Dopo un fine settimana trascorso con i cugini che non vedevo da tanto tempo mi ritorna la nostalgia di casa. E sottolineo ritorna, perché quando non c’è in realtà sono io ad averla accantonata un po’, occupando la mia mente con altro. E quando ritorna la nostalgia tutto diventa più triste, i momenti di sconforto sembrano insormontabili e sentirsi dire che se non mi piace stare qua posso tornare nella mia città, mi fa  stare ancora peggio.

E’ vero, posso tornare nella mia amata città, dai miei amati genitori, però ho deciso ANCHE di lavorare, o almeno provare a trovare la mia strada. Utopia è poter tornare nella mia città senza perdere la dignità.

Testo di Elisabetta Filipelli

Foto di Laura Defendi

Informazioni su Laura
Laura persona, giornalista, speaker e blogger... utopicamente poeta
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