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AIUTARE L’ARTE CON L’ARTE

Esce “ABBA” il lavoro di BEPPE DETTORI, PAOLO FRESU e dei TENORES DI BITTI

Il brano scritto con Alessandro Carta (testo) e Luca Chiaravalli (musica), è una preghiera “pagana” dedicata all’elemento acqua 

Riparte con “ABBA” il nuovo progetto artistico di Beppe Dettori (ex voce Tazenda) a un anno dagli eventi nefasti (alluvioni, crolli, esondazioni ecc.) che hanno flagellato la Sardegna nord occidentale, centrale e sud orientale il 18 novembre 2013 e che hanno profondamente ed emotivamente toccato l’artista.

 “ABBA chi ses mama de armonia torras a sa delicatesa tua” ovvero “acqua che sei madre di armonia ritorna alla tua delicatezza”, dice cosi “sa oghe” (la voce) del “tenores” che apre la canzone manifestando arcaico rispetto “all’elemento” sottolineato e sostenuto dal flicorno di Paolo Fresu.

La canzone (ballad) si dipana su toni morbidi e spazi aperti, appoggiati ad un tappeto di Fisarmonica e arpa celtica, mentre scorre il “fiume” ritmico della chitarra acustica, quasi a segnare il naturale fluire della vita. Un invito, insomma, alla riflessione usando “s’abba” come pretesto per evidenziare problemi e disagio sociale, ormai al collasso.

Vittime dell’omologazione feroce che il sistema globale, con naturale indifferenza, impone (cantaros de indipendentzia po un isula ‘e cantones – sorgenti di indipendenza per un isola di canzoni). Ed ecco perché cantare in “limba” (lingua) da più forza alle parole e ai significati, al senso di oppressione e la ricerca di quella identità sepolta dentro un “nuraghe”. Non sarebbe, così, l’isola del Mistero, tanto antica e radicata con le viscere della terra sin dall’inizio del tempo senza fine.

Forse non avremmo più quel senso di abbandono e inadeguatezza, di spavalda insicurezza tipica di chi vive in una cattività invisibile e subdola.

Eppure, e non è un caso, gli elementi si incontrano e si scontrano sui cieli di Sardegna, scandendo il ritmo a volte pari a volte dispari, con la speranza di uscire dal mood di rassegnazione e forzato isolamento culturale.

Situazione attuale in seguito agli eventi suddetti, le località coinvolte devono far fronte a danni tuttora impossibili da quantificare per eccesso.

Basti pensare che una località con meno di 5.000 abitanti come Bitti (NU) ha subìto danni per oltre 20 milioni di euro. Tali danni tengono conto solo delle infrastrutture primarie (ponti, strade, campi, edifici). Evidentemente le pur cospicue risorse dell’operosa località del nuorese non possono essere dedicate ad altro che alle necessità più urgenti, relegando a data da destinarsi il supporto all’antica tradizione artistica di Bitti, notoriamente culla del celebre “canto a tenores”* .

Fatalità ha voluto che l’unica vittima della tragedia residente a Bitti fosse un animo artistico con forte predilezione per la musica: Giovanni Farre (per tutti John Farris).  Un confronto con il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, ha evidenziato un antico sogno della cittadinanza, storicamente dedita alla preservazione delle antiche tradizioni. L’edificazione di un MUSEO MULTIMEDIALE DEL CANTO A TENORE. Il suddetto museo era stato messo a bilancio con 600.000 Euro a disposizione, ma dopo l’alluvione tali fondi sono stati necessariamente dedicati all’emergenza.

Qui nasce l’ispirazione di Beppe Dettori: AIUTARE L’ARTE CON L’ARTE. Dedicare cioè una produzione artistica per far rivivere la tradizione.

Il testo del brano ABBA (acqua) tocca significati e sentimenti profondi, nasce con intenti costruttivi (o meglio “ricostruttivi”) e si rivolge a sensibilità profonde. La commercializzazione e promozione dello stesso dovrà unicamente scaturire da un desiderio sincero di contribuire.

Il sindaco, entusiasta dell’idea, ha proposto di mettere in rete l’eventuale impiego del ricavato “mattone dopo mattone” perché non vi siano dubbi e tutto avvenga nella totale trasparenza, come è trasparente l’acqua. ABBA è acqua, e quindi MADRE, ma se opera concretamente può essere PADRE di un sogno.

Afferma Beppe Dettori : “Credo in questo progetto e nel suo “naturale” sviluppo, con la “visione” determinata della nostra identità e tutela dell’immenso patrimonio storico-sociale-linguistico.

Inoltre è stato realizzato un videoclip per la regia di Andrea Scano con la collaborazione di Sexy Manka per la scrittura, Alberto Calvisi e Valentina Calvisi per le riprese e Marco Petrucci per la correzione colore.

A fare da contorno alle immagini relative alle registrazioni in studio di Beppe Dettori, dei Tenores di Bitti e di Paolo Fresu, sono state fatte delle scelte metaforiche.  L’idea infatti di coinvolgere dei bambini che costruiscono una casa di frasche, vuole comunicare lo spirito che la canzone augura alle popolazioni colpite dal dramma, quello della fenice che rinasce dalle proprie ceneri, con lo spirito di unità e collaborazione che la popolazione sarda ha dimostrato.   I piccoli attori coinvolti tra l’altro fanno parte dell’associazione scout CNGEI di Porto Torres a richiamare anche all’impagabile supporto degli enti di volontariato che sono intervenuti nelle zone colpite.  Per finire l’acqua, titolo della canzone e causa della tragedia, è stata volontariamente rappresentata come fonte di vita, di freschezza e naturalità, come si accenna nel testo “acqua, che sei madre d’armonia ritorna alla delicatezza tua”.

 * Il canto a tenore (in sardo cantu a tenore) è uno stile di canto corale sardo di grande importanza nella tradizione locale, sia perché espressione artistica di matrice originale e autoctona, sia perché espressione sociale del mondo agro-pastorale, strato sociale fortemente caratterizzante l’isola.

Il canto a tenore è stato inserito dall’UNESCO tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità e perciò considerato “Patrimonio intangibile dell’Umanità”,  data la sua unicità.

Lo stesso canto a tenore reso celebre nel mondo dalle pubblicazioni della REAL WORLD (Peter Gabriel) 

Informazioni su Laura
Laura persona, giornalista, speaker e blogger... utopicamente poeta
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