Volevate una storia utopica?

A chi si guarda nello specchio
e da tempo non si vede più
a chi non ha uno specchio
e comunque non per questo non ce la fa più
a chi a ha lavorato
a chi è stato troppo solo
e va sempre più giù
A chi ha cercato la maniera
e non l’ha trovata mai
alla faccia che ho stasera
dedicato a chi ha paura
e a chi sta nei guai
dedicato ai cattivi
che poi così cattivi non sono mai

(Dedicato Loredana Bertè)

Cari utopici, non è mai bello essere autoreferenziali, ma non è per parlare di me che scrivo questo articolo, bensì per ringraziare tutte le persone che in qualche modo hanno contribuito a rendere questa giornata, una data da ricordare.  Penso che la parola GRAZIE abbia una ricorrenza minore di quanto meriterebbe e che ringraziare non dovrebbe essere un gesto utopico, ma una buona norma reale e ricorrente.

Da oggi sono ufficialmente iscritta all’Ordine dei Giornalisti e so che in questo momento a molti sarà scappato un sorriso e un “tutto qui”? Sì, tutto qui! E’ solo un sogno che è diventato realtà, ma il merito non va questa volta a qualche fata madrina o a qualche improbabile mago. Per una volta posso iniziare a ringraziare il mio (pessimo?) carattere utopico e tutte le persone che mi hanno sostenuta.

 

Iniziare a scrivere a tredici anni (come molti di voi) e continuare a farlo senza alcun obbligo ogni giorno. Arrivare a trent’anni nella convizione che la scrittura fosse solo una graziosa distrazione al tuo essere ragioniere. Una deroga tollerata dalla partita doppia, un vezzo artistico in un mondo ordinario. Eppure sentire dentro quell’esigenza raffazzonata, imparata dai buoni libri e disimparata dalla cattiva informazione, farsi sempre più forte e impellente, una esigenza fisiologica incontrollabile.

Trovare sulla strada grandi mentori, capaci di capire quanto io potessi ancora esprimere, se solo… Se solo fossi stata più coraggiosa e testarda, se avessi cancellato tutte le cose sbagliate scoperte da autodidatta, per raggiungere la consapevolezza di quanto ancora c’era da scoprire. Quanto ancora HO da imparare! Mettere in discussione le proprie certezze, per imparare ad averne altre, o forse per scoprire che nulla è più fugace di una sicurezza, da subito trampolino per nuove scoperte e nuove domande.

Iscriversi all’università trovando docenti più giovani di te,  ragazzini con una mente brillante e una memoria di ferro che incontri agli esami e vorresti essere come loro, ma soprattutto vorresti non avere addosso tutte quelle ore di sonno arretrato per studi notturni. E scoprire che mentre apri il tuo primo manuale, una vita inizia ad abitare nel tuo cuore.

Queste sono solo alcune delle cose che potrei raccontarvi per farvi capire che anche diventare giornalista nel 2015, può essere un progetto utopico non ancora intinto nel cinismo, ma non era di me che volevo parlare.

Volevo dire grazie a RADIO PUNTO … per aver reso possibile questo mio sognoindexe a WOMAN IN POWER … per avermi insegnato tanto facendomi incontrare Donne esemplari, prima fra tutte la mitica Elisabetta

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A Barbara Garlaschelli, agli svitati sviaggiatori di SDIARIO e al direttivo di TESSERE TRAME

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Ai miei maestri: “la mia Prof”, Roberto Bani  a Walter Pozzi … loro sanno perchè

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alla mia famiglia

e in particolare a Mr. Steve B. Gibson, che mi ha aiutato sempre e comunque, regalandomi sostegno e comprensione in momenti in cui ero davvero insostenibile e incomprensibile anche a me stessa.

A mio figlio Riccardo, che mi spinge ogni giorno a essere migliore per potergli ridare una briciola di quell’immensità che lui mi regala con la sua esistenza.

Dedicato ai cattivi… che poi così cattivi non sono mai.

Informazioni su Laura
Laura persona, giornalista, speaker e blogger... utopicamente poeta
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