Racconti utopici: La puttana

Di Tamara Lempicka

Puttana. Una volta mi sarei indignata per questa offesa. Puttana, come qualcuno che lucra sull’amore, sulla frustrazione, sull’incapacità di essere uomo, sul bisogno di sfregiare un corpo e ripulirsi in fretta, come se nulla fosse mai esistito. Andare via senza dare spiegazioni, ma le spiegazioni ti seguono anche quando  non ti volti a cercarle.

La puttana ti guarda, mentre accosti guardingo perchè non vuoi che altri ti vedano cadere così in basso, mentre ansioso brami qualcosa che non avrai mai: una donna che ti ami per l’uomo che sei, non per la maschera che porti. Ti guarda svestita da lavoro, guarda gli abiti che ti travestono da uomo, guardando la tua nuda saccenza e la finta sicurezza che mostri buttando lì i tuoi soldi, come se ora tu avessi solo diritti. Godi allora il tuo diritto su un corpo altrui, godi delle tue parole che non penetrano come vorresti. Dura un attimo la tua rabbia, dura per sempre la tua resa.

Puttana. Una volta mi sarei indignata per questa offesa. Ora conosco il peso delle tue parole e della mia anima, che è piuma sulla bilancia dell’inquisizione. Puttana, forse strega, di certo Donna e nessuna persecuzione cancellerà la mia identità. Puoi insultare la tua intelligenza con parole che vuoi far lame, puoi insultare l’uomo che potresti essere abbassandoti i calzoni davanti a una bocca qualunque. Non avrai mai abbastanza denaro per comprare il cuore della puttana, che non ha un prezzo. Non per te.

 

@Laura Defendi

Informazioni su Laura
Laura persona, giornalista, speaker e blogger... utopicamente poeta
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